Siracusa. Migrante morto, le accuse dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni
“Gli operatori sanitari non hanno considerato seria la situazione del giovane migrante morto lunedì a Siracusa”. Sanno di accusa appena velata le parole dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni di Roma. Simona Moscarelli, coordinatrice del progetto Praesidium per l’Oim esprime cordoglio per la morte di Ebrima Jaiteh, questo il nome del giovane gambiano sbarcato venerdi scorso ad Augusta a bordo di un mercantile impegnato nell’operazione Mare Nostrum. Lunedì il decesso presso il Centro di Accoglienza di Siracusa Umberto I.
”Si tratta di un episodio molto serio – attacca la Moscarelli – sin dal momento dello sbarco il ragazzo era apparso in precarie condizioni di salute. Era in stato confusionale, aveva piaghe sul corpo e nel corso degli ultimi giorni della traversata aveva quasi totalmente perso la vista. Come Oim abbiamo subito segnalato il caso alle autorità presenti al porto megare. Il ragazzo è stato visitato da operatori sanitari giunti sul posto con un’ambulanza, che però non hanno considerato seria la sua situazione”.
Lo staff dell’Organizzazione per le Migrazioni ha, poco dopo, nuovamente segnalato con insistenza alle autorità le condizioni del migrante. “Riusciva a malapena a camminare. Eravamo convinti che dopo la seconda segnalazione il ragazzo sarebbe stato ricoverato”. Da quanto emerso in seguito, il migrante non solo non è stato mai ricoverato ma è stato trasferito presso il Centro di Accoglienza Umberto I insieme alle altre persone soccorse negli ultimi giorni. La mattina di lunedì Ebrima è stato colto da un malore ed è morto, nonostante i disperati tentativi di rianimazione.