Siracusa. Inquinamento, tra miasmi, sfiaccolamenti e pioggia marrone
Giornate difficili per i residenti dei comuni che stanno intorno alla zona industriale. A preoccupare i cittadini ed impegnare amministrazioni comunali e tecnici dell’Arpa sono i diversi episodi che, per diverse ragioni, riportano alta l’attenzione sul tema della qualità dell’aria e dell’inquinamento atmosferico. Prima l’episodio acuto di miasmi, avvertiti giovedì sera nella zona alta di Siracusa e fino alla zona piazza San Giovanni, poi il fuori servizio, ieri mattina, all’Isab Sud e, in mezzo, la pioggia anomala di Città Giardino, gocce marroni che sono state notate sulle auto, in strada, sulle ringhiere, sulle tende da giardino. Tutte vicende da chiarire, mentre il Comune di Siracusa continua a chiedere che il monitoraggio dell’aria sia gestito dagli enti pubblici.
Il primo nodo da sciogliere, in ognuno dei casi che si sono verificati negli ultimi giorni, riguarda l’identificazione delle sostanze immesse nell’aria. I primi dati sulla pioggia marrone di Città Giardino sarebbero già emersi. Si parte da una certezza: non si tratta di polline, ma di “sostanze inorganiche”, che per il momento restano ignote. L’Arpa ha prelevato dei campioni, utilizzando del nastro adesivo e si è avvalsa, per identificare la composizione di queste “macchioline”, di un microscopio in dotazione alla sede di Siracusa. “Si tratta di una strumentazione- spiega Dora Profeta, che per l’Arpa sta seguendo la vicenda – che consente di arrivare ad una percentuale di ingrandimento insufficiente in questo caso. Ci ha dato la certezza che non si tratta di polline, ma di granellini di qualcosa che le prerogative del microscopio non consentono di definire”. Maggiori dettagli potranno emergere dall’esame che condurrà il dipartimento dell’agenzia per l’ambiente di Catania, che utilizza il microscopio elettronico a scansione, in grado di ingrandire e riconoscere polveri e fibre. “Subito dopo sarà condotta un’analisi elementare dei principali componenti di questi granelli- prosegue Profeta – che ci darà la possibilità di avere maggiori informazioni”. I risultati saranno resi noti nei prossimi giorni. Potrebbe, però, subentrare un’ulteriore difficoltà. I tecnici dell’Arpa, infatti, hanno raccolto i campioni utilizzando un normale scotch. Nel caso in cui questo non consenta di avere un’immagine ben definita, sarà utilizzato un altro tipo di nastro adesivo, usato anche dalla polizia Scientifica nella ricerca di polveri e fibre e che l’Arpa di Catania metterà a disposizione dei colleghi siracusani.