Siracusa. Caos acqua: Aqualia si chiama fuori. La palla torna alla Prefettura: in 90 giorni i Comuni pronti per le municipalizzate?
Torna tutto in discussione. Notte tempo Aqualia si è defilata. No all’accordo che era stato prospettato e in parte raggiunto in Prefettura, con la requisizione degli impianti e gestione affidata per tre mesi ai privati della holding spagnola. Dopo una veloce riflessione ha comunicato, pare via sms, di non essere interessata.
E mentre i 150 dipendenti licenziati tornano in piazza Archimede, sotto la sede della prefettura, dovrebbe riprendere la linea diretta tra il rappresentante del governo e i sindaci. A Siracusa, in corso incontro informale in Consiglio Comunale.
A questo punto gli scenari possibili sono tre. Il primo: il prefetto Gradone – di concerto con il commissario dell’Ato Idrico, Ortello – potrebbe decidere di chiamare la seconda azienda che ha partecipato al bando per la cessione del ramo d’azienda Sai 8, una impresa del Friuli. Ma di fronte ad un contratto capestro di 90 giorni ed una situazione ambientale più che intricata, appare difficile che possano mostrarsi ancora interessati. Il secondo: si opta per un nuovo bando con tempi ridotti. Il terzo: il prefetto “impone” una proroga di 2,3 mesi alla gestione provvisoria a guida della Curatela – cosa peraltro prevista nella stessa sentenza – mentre i Comuni si organizzano per la gestione diretta. Come? L’idea di Siracusa è quella auspicabile, in simile quadro. Perchè se imitata da tutti i centri interessati, si eviterebbe di lasciare disoccupati sul terreno. Il piano messo a punto da Palazzo Vermexio prevede la pubblicazione di un avviso pubblico per giungere all’esternalizzazione del servizio, comunque a guida pubblica. Nel piano industriale studiato dai tecnici dell’amministrazione Garozzo viene individuata la necessita di 81 lavoratori e si pescherebbe tra gli ex Sogeas poi confluiti in Sai 8. A Noto previste 4 unità ex Sai 8. Una decina possibili ad Augusta, poco meno a Priolo e così via fino all’assorbimento nelle varie municipalizzate dei 150 oggi di fatto licenziati.
(foto: il prefetto Gradone con il sindaco di Siracusa, Garozzo)