Siracusa. Diritti dei bambini spesso ancora negati, il Difensore dei diritti dell'Infanzia: "Luci e ombre"
Una città che non riesce ancora ad essere a misura di bambino. Il difensore dei diritti dell’Infanzia, Franco Sciuto la descrive nella sua quinta relazione, appena pubblicata. “Serve una cultura dell’infanzia che sappia ricercare percorsi innovativi- sostiene lo specialista siracusano- e disporre progetti strutturali che non siano “a singhiozzo”, affidati in modo trasparente a chi dimostra competenze reali. Le istituzioni- osserva- non devono coprire tutti i bisogni, ma saper stimolare la comunità locale. Bisogna creare spazi di dialogo vero con i bambini e di ascolto, perché sono loro a conoscere meglio degli adulti il loro bisogno”. Sciuto evidenzia dei passi avanti compiuti: iniziative positive organizzate da associazioni di volontariato, come i campi estivi, l’attività di Accoglirete avviato dalla Fondazione Val Di Noto e gli sforzi compiuti dall’assessorato alle Politiche sociali per fare aderire il capoluogo alla rete delle città educative. Nota “non esilarante”, secondo il Difensore dei diritti dei bambini, il capitolo asili nido . “Da anni – spiega Sciuto – si è in attesa da parte del Comune di un regolamento che consenta di avviare servizi di Tagesmutter”. Nota positiva, la maggiore attenzione riscontrata nel reparto di Neonatologia dell’ospedale Umberto I alla relazione madre- bimbo. Male, nell’area disabilità, i tempi di attesa per i bambini che devono usufruire di riabilitazione medica . “La struttura dove opera la neuropsichiatria infantile- prosegue la relazione- è già di per sé una lesione del diritto alla salute dei bambini oltre che denotare scarso rispetto per gli operatori che vi lavorano. Lo stesso per i livelli organizzativi, anche in considerazione del fatto che nessun dipendente che per motivi diversi ha lasciato l’unità operativa è mai stato sostituito. Di fatto Siracusa non brilla nella prevenzione della salute mentale, che non può non interessare insieme istituzioni scolastiche, educative, sociali, sanitarie. Al di là di protocolli, a volte molto pubblicizzati, non c’è prevenzione nell’area del maltrattamento infantile, del disagio giovanile, del supporto alla genitorialità, del disagio della famiglia. Molti consultori familiari continuano ad operare con personale a “scavalco”. E’ attivato a intermittenza e solo per pochi casi il Progetto “Spazio neutro e Diritto di visita”, considerato dall’Osservatorio nazionale sulla famiglia tra le buone prassi da seguire in caso di situazioni conflittuali di ex coniugi e per garantire i figli da distorsioni relazionali con i genitori nel caso in cui ci siano separazioni difficili”.