La Castelbuonese denuncia: "A Siracusa noi minacciati e offesi". La replica azzurra, "accuse inventate, loro provocatori"

 La Castelbuonese denuncia: "A Siracusa noi minacciati e offesi". La replica azzurra, "accuse inventate, loro provocatori"

Fabio Capuana è il presidente della Castelbuonese, formazione rivelazione del campionato di Eccellenza. Domenica era sugli spalti del De Simone, per seguire la prova della sua squadra. E dopo quasi una settimana si sfoga sulla stampa, non per la sconfitta per il trattamento riservato a lui, ai giocatori ed ai tifosi. “Tutto potevo immaginare tranne di assistere ad uno spettacolo penoso come quello a cui noi abbiamo assistito. I nostri tifosi sono arrivati con largo anticipo, sono entrati, ma le forze di polizia non erano presenti, quindi sono stati fatti uscire, e da persone educate e intelligenti hanno accolto l’invito delle forze di polizia ad essere perquisiti, controllati e rifatti entrare. Ma le stesse forze di polizia dovevano essere quelle che dovevano tutelare la nostra squadra e i nostri tifosi. In tribuna non abbiamo visto un rappresentante delle forze dell’ordine. E noi abbiamo subìto qualsiasi forma di minaccia, di insulto, di offesa verbale, fisica no perché ci sono state persone che si sono frapposte fra noi e qualche tifoso del Siracusa un po’ agitato. Ci hanno tirato bottigliette, carte, pietre e qualsiasi cosa gli veniva a portata di mano”.
A Capuana replica l’amministratore delegato del Siracusa, Gaetano Albergamo. “Volevamo mantenere il silenzio e rimediare da soli ai danni subiti senza alimentare polemiche inutili su una situazione incresciosa della quale siamo vittime. Domenica, ad esempio, al termine della gara con i nostri collaboratori ci siamo accorti di alcuni danni nel corridoio che porta agli spogliatoi ospiti, come la porta della sala anti-doping divelta e alcune pareti bucate dai giocatori palermitani per sfogare la rabbia per la sconfitta subita al 90’. In questa circostanza siamo stati ingenui perché abbiamo notato tutto questo soltanto alcune ore dopo l’incontro quando l’arbitro era già andato via senza poter, così, refertare l’accaduto. Ma questo perché noi, domenica, pensavamo solo alla vittoria ottenuta in campo”. L’AD chiarisce alcuni punti sollevati dal presidente durante la conferenza indetta appositamente dalla Castelbuonese. “Innanzitutto l’arbitro non è stato, ovviamente, costretto ad abbandonare il terreno di gioco dai nostri dirigenti. Ma come si può anche vedere nel video girato da un loro collaboratore, il direttore di gara lascia il terreno accompagnato e protetto da due uomini della protezione civile per evitare il contatto proprio con alcuni loro tesserati che continuavano a protestare per non si sa quale motivo. La società palermitana dovrebbe, invece, ringraziare il civilissimo pubblico siracusano per non aver reagito alle continue provocazioni dei loro giocatori che subito dopo il gol del 2 a 1 non hanno fatto altro che indirizzare gesti offensivi verso il pubblico sistemato in tribuna. Bisognerebbe puntare l’attenzione su questo. I nostri sostenitori, per fortuna, si sono limitati nel rispondere verbalmente o al massimo fischiando la squadra granata. Assolutamente inventato il lancio di pietre, petardi ecc. Accuse queste davvero ridicole. A Siracusa nessuna società si è mai lamentata per l’accoglienza loro riservata, anzi, siamo sempre stati riempiti di complimenti. A tal proposito voglio aggiungere che i tifosi ospiti hanno pagato 5,00 euro nel settore loro riservato e non dieci come erroneamente riportato nella conferenza stampa della Castelbuonese. Volevamo evitare questo confronto tramite mezzo stampa, ma nelle ultime ore il nome della città di Siracusa è stato usato a sproposito e questo non è giusto. Non crediamo sia corretto che qualcuno pensi di farsi pubblicità accostando il nome della loro società a quello glorioso del Siracusa Calcio. Allo stesso modo troviamo assurde le critiche fatte al sig. Giuseppe Mascara. Proprio il nostro capitano è stato il primo a sedare la rissa finale scaturita dalle loro assurde proteste. L’invasione finale è qualcosa da condannare ma si tratta soltanto di una decina di bambini entrati in campo col solo scopo di abbracciare e chiedere ai propri beniamini la maglia della partita. Un qualcosa che comunque dalla prossima gara va evitato”.

 

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