Il drammatico Sos dell'agricoltura siracusana: aiuti subito. Danni per migliaia di euro, produzioni saltate e ora arriva l'Imu
Una quantificazione dei danni non è ancora possibile. Ma tra produzioni ormai perdute e strutture da ricostruire – dai tunnel alle serre – l’agricoltura siracusana si ritrova in ginocchio. Da Pachino ad Augusta, dalle arance al pomodorino passando per insalate, peperoni e patate, il gelo e la neve degli ultimi giorni hanno “bruciato” i raccolti. Facile che la conta alla fine arrivi a cifre con nove zeri. Ma serviranno ancora un paio di gironi per completare tutte le ricognizioni e avere un dato preciso.
Di certo, decine e decine di aziende sono adesso in seria difficoltà con rischi di ricadute occupazionali notevoli ed impreviste quasi come l’ondata di freddo intenso che ha dato l’ennesimo colpo ad un settore vitale per l’economia locale. Nel siracusano viene infatti prodotto il 24% del prodotto agrumicolo e ortofrutticolo siciliano, con una richiesta in aumento.
A più voci si chiede la dichiarazione dello stato di calamità. Ma una Regione con le casse vuote e ormai alla canna del gas ha poco da offrire. “E allora vengano concessi sgravi fiscali e condizioni di favore per pagare i vari oneri alle aziende agricole ora in ginocchio”, spiega Massimo Franco, presidente di Confagricoltura Siracusa. Perchè il mese di gennaio si presenta adesso terribile per il settore locale, tra raccolti perduti e la temuta scadenza di fine mese con l’Imu agricola. “Una tassa incredibile, come se alla Fiat tassassero l’uso di viti e bulloni. Il terreno è strumento di lavoro essenziale per chi fa agricoltura”, aggiunge Franco lasciando intendere che o il legislatore si è confuso oppure ha visto lungo, ma solo per gli interessi di cassa dell’Erario e non per il bene di chi vuol fare impresa (agricola) in Italia.