Islam e Siracusa. Moschea nel Borgo Antico di Cassibile, esempio di convivenza
Come è ovvio, anche le prefetture siciliane hanno raccolto le indicazioni del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per alzare il livello di attenzione dopo i fatti di Parigi. Da Siracusa, il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico vigila e controlla ma non sono segnalate situazioni critiche o degne di un qualche codice di allarme. Senza che questo significhi abbassare la guardia.
Anzi, secondo alcuni organi di stampa, ci sarebbero Procure siciliane a lavoro per capire se il fenomeno degli sbarchi di migranti sia stato utilizzato da qualche jihadista per infiltrarsi tra i disperati e muoversi con più libertà in Italia e in Europa. Siracusa, anche in questo caso, non è citata.
Ma com’è la situazione nella provincia aretusea? Al di là dell’emergenza immigrazione, la comunità islamica più consistente risiede da anni a Cassibile. Nel centro poco distante dal capoluogo vivono circa 5/600 persone di fede musulmana. Sono perfettamente integrate nella realtà locale: lavoro, scuola, abitudini.
Nessun motivo di scontro o diffidenza segnalato. Tutto scorre ordinato e nel rispetto reciproco, raccontano diversi residenti di Cassibile. La sera, la comunità islamica si ritrova nella moschea che sorge nella zona del Borgo Antico. Si prega con l’Imam, ci si riunisce, si discute. Arrivano da tutta la provincia. Ci sono anche due macellerie islamiche. Per Cassibile è quasi normale, dopo anni di coabitazione trascorsi in tranquillità. Certo, qualche episodio c’è stato in passato. Specie quando veniva allestita la tendopoli ed aumentava il numero di braccianti extracomunitari nella zona. Risse, ubriachi che “importunavano” per strada ma nulla di serio.
Tant’è che oggi nessuno ha paura, nessuno teme di avere il “nemico” in casa. Qualche voce fuori dal coro c’è: “meglio comunque tenere gli occhi aperti”, bisbiglia qualcuno. Ma resta una posizione isolata in piazza, tra le voci di fronte alla chiesa di San Giuseppe.