Siracusa. Delitto Eligia: candeggina e due stracci, così Leonardi pensava di farla franca
Christian Leonardi è rinchiuso a Cavadonna. Il gip ha convalidato il fermo, confermato il quadro accusatorio ricostruito dagli investigatori. Che hanno potuto contare sul contributo importante delle analisi svolte dai Ris di Messina. I carabinieri del Reparto Investigazioni Speciali hanno permesso di ricostruire quello che accadde nella casa di via Calatabiano dove vivevano Eligia ed il marito reo confesso dell’omicidio.
Il tenente colonnello Sergio Schiavone, 49 anni, guida i Ris peloritani. “Il risultato è stato raggiunto facendo un sopralluogo nel corso del quale sono emerse tracce non visibili a occhio nudo, che ci hanno aiutato a ricostruire le modalità del delitto. Questo ha portato a un cambio di strategia della Procura”, spiega all’AdnKronos.
Ecco cosa sarebbe successo quella drammatica sera del 19 gennaio. Con la moglie appena uccisa, invece di chiamare i soccorsi, Christian Leonardi avrebbe preso la candeggina, un secchio d’acqua e due stracci per pulire la parete e il pavimento, sporchi di vomito e sangue della povera vittima. Solo dopo ha chiamato il 118 e i genitori di Eligia. Ma la sfortunata infermiera era ormai morta, al termine di un litigio degenerato. E con lei la piccola Giulia che portava in grembo. Ma a distanza di 8 mesi sono emerse quelle minuscole tracce di saliva e vomito, cancellate dopo l’omicidio.
I Carabinieri del Ris – racconta sempre l’AdnKronos – hanno usato dei reattivi chimici, come il luminol, dei kit di identificazione, lampade a lunghezza d’onda variabile che fanno vedere le varie tracce biologiche.
La famiglia della giovane vittima, intanto, non nasconde il suo dubbio: qualcuno ha aiutato Christian?
Lo choccante audio della telefonata di Leonardi al 118 (Esclusiva Settimanale Giallo)
La puntata di “Chi l’ha visto?” (Rai Tre) del 23 settembre