Siracusa. La rabbia dei lavoratori della formazione, delegazione ricevuta dal prefetto
Come preannunciato sono tornati in piazza, questa mattina, i lavoratori della formazione della provincia. Si sono dati appuntamento in piazza Archimede, accompagnati in molti casi dalle loro famiglie e dai genitori dei ragazzi diversamente abili che non potranno contare sul servizio assicurato in passato , proprio per via della sempre più delicata e incandescente situazione occupazionale dei dipendenti degli enti di formazione professionale siciliani. Una delegazione del comitato che si è costituito è stata ricevuta dal prefetto, Armando Gradone, a cui sono state avanzate le richieste già sottoposte alla direzione dell’Ufficio provinciale del Lavoro il 9 ottobre scorso, durante la prima giornata di protesta indetta dai lavoratori che hanno deciso di non affidarsi più ad alcuna sigla sindacale. Non credono di essere stati adeguatamente tutelati e di essere stati, al contrario, pesantemente danneggiati, in particolar modo dalla politica e dagli errori che ha commesso nel tempo, senza pagarne le conseguenze. “Il presidente della Regione, Rosario Crocetta aveva garantito la cosiddetta “rivoluzione crocettiana”- ricorda Elisa Petrolito- Ci aveva assicurato che i lavoratori non avrebbero dovuto pagare le conseguenze delle necessari modifiche da apportare al settore. Ed invece siamo qui, dimenticati da tutti, con situazioni che davvero calpestano la dignità . Molti di noi attendono lo stipendio da oltre un anno. Molti sono stati licenziati. Chi è in cassa integrazione non può nemmeno percepirne il pagamento, non essendo previsto”. I lavoratori della formazione professionale chiedono, però, che anche le leggi che regolamentano il loro settore vengano rispettate; che vengano reintegrati gli operatori degli sportelli multifunzionali, che la Regione sblocchi gli accreditamenti. Quella di oggi potrebbe non essere l’ultima iniziativa di protesta. I dipendenti degli enti di formazione sono pronti a proseguire ad oltranza, alzando sempre più i toni e arrivando, progressivamente, se necessario, a Roma e oltre.