Siracusa. Sindaci contro: Garozzo e Visentin sulla bocciatura regionale della "variante"
Le reazioni della politica dopo la bocciatura della variante della bellezza non si fanno attendere. La reazione di Palazzo Vermexio si traduce in un ricorso al Tar. Lo annuncia il sindaco, Giancarlo Garozzo, all’epoca dell’approvazione di quell’atto capogruppo del Pd che in Consiglio Comunale lottò per la variante. “Dal nostro punto di vista, il decreto del direttore generale dell’assessorato regionale al Territorio non modifica i termini della questione. Essendo all’epoca capogruppo del Pd – afferma i – ricordo a tutti che, una decina di giorni prima del voto in Consiglio, la Regione aveva già deciso e avviato l’iter per la realizzazione della riserva in quell’area. La nostra decisione, dunque, si muoveva lungo quella linea e la rafforzava. Se la Regione ha cambiato indirizzo rispetto al passato, non è un nostro problema e per questo motivo, dopo un confronto con il nostro dirigente dell’Ufficio legale, ho deciso di impugnare un decreto che, invece, ha tutta l’aria di volere scaricare sui consiglieri comunali le conseguenze dei contenziosi dei privati”.
Rompe il silenzio l’ex sindaco Roberto Visentin, in carica quando il Consiglio Comunale approvò quell’atto. “Venni definito un cementificatore, invece stavo dando il giusto spazio al diritto maturato da un privato”, la sintesi del suo pensiero espresso in una lunga lettera.
“L’annullamento non mi provoca certo soddisfazione, anzi sono triste perchè così il rischio è che a pagare siano i siracusani. Bastava un bravo studente in giurisprudenza per capire che la richiesta del Consiglio Comunale dell’epoca non poteva essere evasa in termini positivi. Nonostante tutto però – ricorda ancora Visentin – l’opposizione sotto la guida dell’attuale sindaco e del compianto Di Giovanni volle andare avanti lo stesso e visto che la mia Amministrazione non avrebbe mai formulato una proposta in tale senso, ha scritto di sua iniziativa la delibera che oggi viene annullata dalla Regione e sulla quale ancora una volta in aula gli uffici comunali hanno espresso parere negativo”.