Siracusa. Niente consenso per pubblicare foto, niente catechismo. La parrocchia smentisce
“Non hanno iscritto mio figlio al catechismo perchè non ho firmato il modulo di consenso per la pubblicazione di eventuali foto e video sul sito internet, sulla pagina Facebook e Twitter della parrocchia”. Parte così, da questa denuncia di una mamma una querelle che vede adesso la discesa in campo degli avvocati.
Paola Bellomo, dell’ufficio legale dell’associazione Avvocati dei Consumatori, ha siglato un esposto inviato al presidente della Cesi, il cardinale Romeo, all’arcivecovo di Siracusa, Salvatore Pappalardo, ed alla parrocchia Madre di Dio. L’avvocato chiede con fermezza l’immediata iscrizione del bimbo al corso di catechismo e la correzione del modulo di iscrizione che non sarebbe conforme alla normativa italiana.
“Preliminarmente, si deve evidenziare che la pubblicazione di foto e video di minori è vietata in Italia ai sensi della normativa sulla privacy. Il consenso aprioristico del genitore a pubblicare foto, video o altro materiale che renda riconoscibile il figlio, non è lecito. Se il genitore è contrario al consenso alla riproduzione dell’immagine o di qualsiasi altro elemento che consenta l’identificazione, il responsabile della comunicazione, dovrà premurarsi di rendere effettivamente non identificabile il soggetto della immagine non solo modificando la foto, ma anche omettendo tutti quegli elementi che possano identificare la persona o che permettano di risalire ad essa”, spiega la Bellomo.
Che puntualizza come la decisione di escludere dal catechismo chi non firma il modulo prestampato “non è conforme alle regole imposte non solo dalla legislazione nazionale, ma neanche alla legge morale, sulla quale si fonda l’istruzione ecclesiastica”.
La Parrocchia, in particolare, “non svolge attività per le quali sia necessario diffondere immagini e video anche sui social network”, ulteriore motivo per cui viene chiesto l’intervento delle autorità ecclesiastiche per riparare a quello che sarebbe un torto immotivato.
Dalla parrocchia smentita seccamente la ricostruzione dei fatti. Non esisterebbe alcun caso del genere. Allo studio la possibilità di querelare per diffamazione e calunnia la famiglia.
Interviene anche la Curia. Che precisa, intanto, che la parrocchia ha sempre manifestato la disponibilità ad accogliere il bimbo. Il modulo di iscrizione al catechismo, oggetto di contestazione, non vìola ma rispetta integralmente ogni prescrizione di legge civile e canonica.
“Pur di favorire l’iscrizione del bambino al catechismo e rispettare il desiderio dei genitori, il parroco ha assicurato che il bimbo non sarebbe stato fotografato e quindi nessuna fotografia sarebbe stata pubblicata sul sito web o sul profilo facebook della parrocchia”, si legge nella nota.
“La mamma del bimbo è già stata ricevuta dall’arcivescovo, Salvatore Pappalardo, che ha
subito manifestato ampia disponibilità per la risoluzione della vicenda anche in considerazione delle rassicurazioni ricevute dal parroco il quale ha riferito di aver anche tenuto conto di una serie di ulteriori limiti apposti dalla madre del bimbo su altri aspetti riguardanti le attività di catechismo circa le modalità e la frequenza del figlio.
È utile precisare che è compito e dovere di ogni parroco, nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico Civile e Canonico e senza ledere i diritti di alcuno, assicurare le condizioni necessarie per regolamentare le attività della Comunità parrocchiale garantendo il bene di tutti”.