Siracusa. Corsi del Centro di istruzione per adulti al comprensivo "Wojtyla", Arnone: "Serena convivenza"

 Siracusa. Corsi del Centro di istruzione per adulti al comprensivo "Wojtyla", Arnone: "Serena convivenza"

La protesta del consigliere comunale Fabio Rodante non coincide con il pensiero della dirigente scolastica del Cpia, Simonetta Arnone . Il consigliere di “Sistema Politica” ha presentato un’interrogazione per chiedere le ragioni per cui oltre 15 aule dell’istituto comprensivo “Wojtyla” siano state concesse al centro provinciale per l’istruzione degli adulti, convinto che questo penalizzi gli alunni della scuola e che possa portare a sospendere alcune attività deliberate dal consiglio d’istituto e inserite nel Pof, il piano dell’offerta formativa. Simonetta Arnone replica con determinazione e, per farlo, parte da una premessa. “Il Cpia- spiega- è una nuova istituzione scolastica per cui è previsto un assetto istituzionale organizzativo con punti di erogazione nel territorio coincidenti con le sedi scolastiche della provincia di appartenenza degli ex Ctp, centri di erogazione di percorsi formativi per adulti, non modificabili per iniziativa di singoli dirigenti in quanto identificati da codici ministeriali ufficiali attribuiti dal Miur”.In provincia di Siracusa  “i punti di erogazione che la norma assegna sono cinque, correlati ad ulteriori staccate e sedi carcerarie, e sono corrispondenti agli ex CTP del territorio. Anche nel caso di questa provincia, come in tutto il territorio nazionale, i punti di erogazione sono corrispondenti agli ex CTP e in alcuni casi come il Wojtyla, sono tali da più di dieci anni, quasi tutti peraltro istituti comprensivi, sedi nelle quali il CPIA convive in modo sereno con le dirigenze degli istituti con le quali condivide i locali, assegnati dagli Enti Locali di competenza, in un rapporto di reciproca collaborazione, anche in contesti di maggiore presenza di utenza, naturalmente adulta, come ad esempio a Lentini”. L’atto di coassegnazione dei locali da parte degli Enti Locali, fa notare la dirigente, è un atto dovuto. Simonetta Arnone reputa “scorretto pensare che ci sia un’utenza scolastica di serie A e una di serie B in funzione dell’età, dell’appartenenza sociale o della nazionalità e che, nell’ambito dell’offerta formativa, la prima possa avere maggiori diritti rispetto alla seconda, tenuto conto del fatto che nessuno di noi dirigenti scolastici è proprietario della scuola che dirige, ma piuttosto siamo preposti ad erogare in eguale misura un servizio pubblico statale di qualità che non può essere disatteso. Creare un clima di inutile e immotivato allarmismo anche nelle famiglie degli studenti o accusare a priori studenti adulti di comportamenti potenzialmente inopportuni, lo trovo un atto socialmente poco corretto e palesemente diseducativo”. Simonetta Arnone dice “no” all’autoreferenzialità, “sottraendo tempo prezioso alle attività istituzionali per le quali ogni giorno siamo in servizio e al motivo per cui siamo chiamati ad operare: innalzare il tasso di istruzione, oggi per norma anche negli adulti, e contribuire -conclude- alla formazione di cittadini consapevoli e autonomi”.
 
 
 

 

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