Lettera in redazione: "sono un siracusano emigrato per lavoro: ma che c'azzecca Romanzo Siciliano con la nostra città?"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore “siracusano ca scoccia” che però dal 1968 vive lontano per lavoro. Aureliano MAria Farina, questo il suo nome, si è imbattuto nella fiction Mediaset “Romanzo Siciliano” girata a Siracusa. E questo è quello che racconta a SiracusaOggi.it
“Sono un siracusano ca scoccia che, però, è stato costretto a vivere lontano dalla sua amata città da cui è dovuto andar via per lavoro nel lontano 1968. Torno per qualche giorno ogni anno per riossigenarmi. Non ne posso fare a meno.
Una sera della scorsa settimana facendo zapping col telecomando ho visto una bell’issima inquadratura che mi era familiare.
Il castello Maniace. Mi sono fermato su quel canale (Canale 5 Mediaset) ed ho assistito con immenso stupore ad una puntata dello sceneggiato in oggetto.
Ho continuato a guardare al solo scopo di godermi gli scorci bellissimi della mia città e, sempre per lo stesso motivo, ci sono tornato martedì u.s.
Ma non riesco a mandarla giù. Un poliziesco su mafia e mafiosi ambientato a Siracusa. Che ci azzecca (come diceva Di Pietro). Forse manco da troppi anni dalla mia città. In questa mia lunga assenza è cambiato qualche cosa? Ho ancora dei parenti in città e nelle mie frequenti visite non mi hanno mai parlato ne di mafia ne di serial Killer.
Siete sicuri che Siracusa avese bisogno di questo genere di pubblicità. Non voglio polemizzare con Saviano che dice che di mafia e camorra se ne deve parlare. Ed ha ragione. Ma questo sceneggiato ambientato a Siracusa è così poco credibile che se non fosse per le belle inquadrature del tramonto, di Ortigia, della Marina, di Piazza Duomo, sarebbe stomachevole e, ripeto, poco credibile oltre che insulso. Vi volevate scrollare di dosso la nomea di provincia babba?
Non ve ne è più la necessità perchè una città Patrimonio dell’Umanità babba non lo è di sicuro”.