Priolo. Gettonopoli: 9 avvisi di garanzia per la delibera che "boicottò" il referendum
Avrebbero ostacolato il percorso di indizione di un referendum popolare per abbassare il gettone di presenza dei consiglieri di Priolo Gargallo, nel 2013. Quell’atteggiamento porta oggi a nove avvisi di conclusione indagini.
Li hanno recapitati i poliziotti del commissariato priolese, dopo l’attività d’indagine svolta dalla Procura di Siracusa con il sostituto Tommaso Pagano. I nove erano i componenti della Commissione Consiliare di Vigilanza: a marzo del 2013 avevano negato al promotore del referendum la possibilità di avere un incontro, per discutere e chiarire l’iter del referendum consultivo stesso. Un “no” con delibera che però, è emerso, è stata assunta in violazione dello Statuto e del Regolamento per l’istituzione di referendum consultivi del Comune di Priolo Gargallo.
Pertanto indebitamente si è così impedito al promotore del referendum di partecipare al procedimento. Secondo le conclusioni degli investigatori, i nove hanno contribuito “ad impedire la prosecuzione dell’iter procedimentale per l’indizione del referendum popolare, arrecando così, intenzionalmente, un danno al promotore stesso, privandolo del diritto a partecipare al procedimento, nonché ai cittadini priolesi, impedendogli di esercitare il loro diritto di voto rispetto alla materia oggetto del referendum”.
E questo ha permesso che i consiglieri comunali – tra cui gli stessi componenti la commissione – continuassero a percepire un gettone di presenza “indebito” (vi sono altri procedimenti aperti, ndr), senza doversi confrontare con l’opinione pubblica e la volontà dell’elettorato. Nelle attività d’indagine risultano, coinvolti per abuso d’ufficio i membri della Commissione di Vigilanza del Comune, all’epoca dei fatti in carica, e l’allora presidente del consiglio comunale , il vice segretario comunale e Responsabile del Settore Affari Generali.