Siracusa. Il Pd, le correnti e l'antimafia: un partito che si sgretola ma non si vuole spaccare. Almeno fino al 2018

 Siracusa. Il Pd, le correnti e l'antimafia: un partito che si sgretola ma non si vuole spaccare. Almeno fino al 2018

Per il momento avanti così. Tutti divisi dentro al Pd. Almeno fino al 2018, data di naturale scadenza dell’attuale giunta. Perchè – come ha spiegato l’esponente dell’area Riformista, Pippo Zappulla – la recente “sfiducia” al sindaco votata dal partito ha solo valenza politica (“bocciatura del mancato rilancio amministrativo mascherato con un rimpastino”). E anche l’ala renziana, con Francesco Italia, sorride di fronte all’idea di una scissione (“parliamo di un voto sul filo di lana non di un plebiscito”).
Ma le fibrillazioni interne al Partito Democratico siracusano sono tutt’altro che sopite. Tra solite accuse e veleni (“loro fanno politica solo per le poltrone e da decenni”, Italia dixit) si attende l’appuntamento con la commissione regionale antimafia. Giovedì prossimo, a Palermo, il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo consegnerà al presidente Musumeci i documenti in suo possesso circa la presunta vicinanza di componenti Pd al mondo della criminalità organizzata. Un’accusa forte, pronunciata durante l’ultima accesa direzione provinciale.
“Spero non si sia trattato di un momento di nervosismo”, dice su Fm Italia il parlamentare Pd, Pippo Zappulla. “Se fosse vero, aveva l’obbligo di andare prima o subito dopo in Procura e denunciare tutto. Anzi, se vuole lo accompagno io e andiamo insieme”, dice ancora. Di sicuro non lo accompagnerà a Palermo, “ma solo perchè non sono stato invitato altrimenti andrei. La mia storia è cristallina, denuncio situazioni poco chiare da tempo”, ricorda Zappulla.
“Macchè nervosismo, Garozzo ha delle carte e le consegnerà serenamente a Palermo. Quindi l’antimafia farà le sue valutazioni. Del fuoco amico non ci preoccupiamo. In fondo, dal primo giorno siamo sempre stati attaccati da una certa parte del Pd per motivi non sempre strettamente politici. Per noi non cambia nulla”, spiega Francesco Italia.
Ma fino al 2018 si continua così. Tutti insieme litigiosamente.

 

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