Migranti, un ispettore siracusano restituisce un nome a 21 vittime di un naufragio: il suo metodo diventa "best practice"
Si chiama Angelo Milazzo. E’ l’ispettore in servizio presso la Procura di Siracusa che, attraverso il suo lavoro, è riuscito a restituire un nome e un volto a 21 persone, morte a seguito di un naufragio nel Mediterraneo. Una tragedia, quella del 24 agosto 2014, che costò la vita a 24 migranti, morti durante una delle tante traversate della speranza. L’edizione online del “Redattore sociali” racconta dell’attività condotta da Milazzo, componente del nucleo interforze per il contrasto all’immigrazione clandestina. Secondo quanto emerso, il lavoro sarebbe stato condotto usando Facebook, partendo da pagine create da siriani che chiedevano notizie di parenti partiti per raggiungere l’Europa e di cui non sapevano più nulla. Ai parenti l’ispettore ha chiesto foto ed elementi utili per creare schede dei dispersi. Incrociando nomi e dati, attraverso l’ausilio di un interprete, Milazzo è arrivato dove voleva. Una tecnica che è risultata efficace, tanto da diventare oggetto di studio da parte di un tema di ricerca dell’università di York, che si occupa del progetto “Mediterranean missing”. Adesso quella adottata a Siracusa è stata inserita tra le “best practice”.