Melilli, il Comune che ha detto no ai migranti: basta accoglienza, chiudere i centri
Melilli insieme alle frazioni di Villasmundo e Città Giardino non ha detto semplicemente “no” a nuovi centri per migranti nel suo territorio. Messa nero su bianco soprattutto la volontà di tornare indietro nel tempo e chiudere anche alcune strutture già aperte o in via di autorizzazione. Una mozione che diventa un precedente per l’intera provincia siracusana.
Nell’atto inviato al Prefetto ed al Ministero degli Interni, il Consiglio comunale ibleo ha anzitutto espresso “la volontà di impedire l’apertura di nuovi centri di prima accoglienza anche per minori non accompagnati, Cara e centri di seconda accoglienza in ambito Sprar nel territorio Melilli, Villasmundo e soprattutto Città Giardino”.
La mozione chiede espressamente anche la chiusura di centri oggi attivi. Il primo è il centro di prima e seconda accoglienza denominato “Le Zagare”. Per i consiglieri comunali melillesi che hanno votato il provvedimento, quella struttura “a causa dell’elevato numero degli ospiti, crea disagi alla popolazione residente, nonché problemi di sicurezza e mantenimento dell’ordine pubblico e oggi, a seguito della revoca del provvedimento ministeriale di autorizzazione, anche privo dei requisiti previsti dalla normativa vigente in merito”.
Il Comune di Melilli vuole tirarsi fuori poi dalla convezione siglata con il Comune di Siracusa relativa al centro di seconda accoglienza Sprar a Città Giardino. Lasciando così al capoluogo l’onere di assicurare un futuro alla struttura già oberata da suoi problemi gestionali.
Si chiede poi di impedire e bloccare l’iter autorizzativo del centro Cara previsto a Città Giardino in contrada Spalla, poiché limitrofo a strutture commerciali e turistiche. No anche alla paventata apertura di una struttura di prima accoglienza a Melilli, in via San Giovanni “con una capacità recettiva di oltre quaranta immigrati, poiché la location individuata non potrà mai garantire una gestione sicura essendo collocato all’interno di un plesso condominiale, abitato, privo di adeguate misure di prevenzione e sicurezza e soprattutto sprovvisto degli standars strutturali richiesti dalla normativa vigente per centri di prima accoglienza di tali dimensioni”.
Solo Prefettura e Ministero degli Interni potranno chiarire il “peso” reale di un simile atto, che però ha alle spalle un forte movimento di opinione popolare e non solo politica contraria alla eccessiva presenza di migranti in un solo territorio.